La città romana di Urbs Salvia sorge nella media valle del Fiastra sul terrazzo di III livello, il più ampio, diviso in due parti dalla via Salaria Gallica, antico percorso di espansione romano verso Nord, che funge da asse generatore dell’insediamento. Gli scavi più recenti condotti dall’Università di Macerata, hanno però consentito di appurare come il suo primo nome fosse Pollentia, un nome che risale alla fondazione coloniale del II secolo a.C. avvenuta su un sito già abitato da una piccola comunità, forse un conciliabulum di cittadini romani.
Di questa prima fondazione poco rimane, se non un edificio di culto, inglobato dalle strutture più recenti all’angolo Sud-Ovest della piazza principale, il foro, ed alcuni muri al di sotto delle strutture architettoniche che nel corso del tempo hanno arricchito l’immagine della città.
È però certamente in questa prima fase che furono definite le principali caratteristiche urbanistiche dell’insediamento, in parte rispettate all’atto della imponente riorganizzazione successiva, che avvenne in età triumvirale-augustea, alla fine del I secolo a.C., quando anche il territorio fu accatastato e la città aveva assunto il nome che manterrà per lungo tempo.

 

La città romana di Urbs Salvia sorge nella media valle del Fiastra sul terrazzo di III livello, il più ampio, diviso in due parti dalla via Salaria Gallica, antico percorso di espansione romano verso Nord, che funge da asse generatore dell’insediamento. Gli scavi più recenti condotti dall’Università di Macerata, hanno però consentito di appurare come il suo primo nome fosse Pollentia, un nome che risale alla fondazione coloniale del II secolo a.C. avvenuta su un sito già abitato da una piccola comunità, forse un conciliabulum di cittadini romani.
Di questa prima fondazione poco rimane, se non un edificio di culto, inglobato dalle strutture più recenti all’angolo Sud-Ovest della piazza principale, il foro, ed alcuni muri al di sotto delle strutture architettoniche che nel corso del tempo hanno arricchito l’immagine della città.
È però certamente in questa prima fase che furono definite le principali caratteristiche urbanistiche dell’insediamento, in parte rispettate all’atto della imponente riorganizzazione successiva, che avvenne in età triumvirale-augustea, alla fine del I secolo a.C., quando anche il territorio fu accatastato e la città aveva assunto il nome che manterrà per lungo tempo.

Il rinnovo urbano, i cui esiti sono oggi ben visibili, fu generale a partire dalla costruzione delle mura quadrangolari che recingono un’area vasta quasi il doppio di quella precedente e connettono le loro torri, in maniera programmatica agli sbocchi dell’impianto viario regolare. La città fu organizzata infatti sulla base di un sistema viario ortogonale che definiva, nelle zone più pianeggianti, isolati di rettangolari di 2 x 3 actus (circa 72 x 108m) e quadrati di 2 x 2 actus (circa 72m) nelle zone dove il pendio era più aspro. Le strade maggiori misuravano circa 8m e tendevano a sboccare sulle porte principali, mentre le strade minori erano organizzate gerarchicamente.
I coloni più abbienti abitavano in città in case con una edilizia abbastanza standardizzata, legata alla dimensione degli isolati, basata su moduli quadrangolari con atrio e cortile e botteghe sulla fronte, in alcuni casi su due piani, che occupavano l’area Sud dell’insediamento. La zona Nord era invece destinata all’edilizia pubblica, tutta collocata su una lunga fascia di due isolati detta “fascia milesia” divisa dalla viabilità principale definita dalla Salaria gallica.
A est della strada il principale monumento è il Complesso tempio criptoportico che in età tiberiano-claudia oblitera edifici precedenti affacciandosi a Ovest, sulla piazza forense. Questa, a occidente della strada larga 8m, era circondata da una serie di edifici e portici, ed occupava lo stesso spazio di 80,28 x 28,07m che le era stato destinato all’atto della fondazione di 150 anni prima, si tratta quindi di un’area molto piccola rispetto alla mole del complesso che la sovrasta e di tutti gli edifici pubblici successivi.
Proseguendo lungo il pendio delle sostruzioni consentivano di realizzare una articolata serie di terrazze, la più imponente caratterizzata oggi dall’edificio a nicchioni (un grande muro di terrazzamento), fino ad arrivare alla terrazza occupata dal teatro e dalla sua porticus post scaenam che, in posizione elevata si affacciava ad Est, quasi a guardarsi con il complesso tempio-criptoportico. Si tratta di due edifici dal forte valore simbolico per la propaganda imperiale che di fatto raccolgono fra di loro, dal basso verso l’alto tutta la città che, grazie al susseguirsi delle aree terrazzate offriva un colpo d’occhio “scenografico” al visitatore, soprattutto a chi proveniva da Firmum attraversando la porta Gemina, aperta sulle mura a Est.
Al di fuori delle mura venne successivamente edificato, in età flavia, l’anfiteatro, che sfruttava la facilità di trovare spazi liberi per l’impianto di un così vasto cantiere.


 

Pollentia-Urbs Salvia: the town.

The Roman town of Urbs Salvia is located in the middle Fiastra valley on the 3rd terrace, the largest, and was divided into two parts by the Via Salaria Gallica, an ancient Roman northwards expansion route, which acted as the town’s main axis. The most recent excavations by Macerata University have, however, confirmed that its earliest name was Pollentia, a name which dates to the foundation of the colony in the 2nd century BC on a site with a small earlier community, perhaps a conciliabulum of Roman citizens.

Little remains of this first settlement except for its religious building, incorporated into more recent buildings at the south-west corner of the main square, its forum and some walls below the architectural structures which have embellished the town’s image over the years.

It was, however, certainly in this first phase that the town’s main characteristics were defined and partially respected during significant later re-organisation work in the Augustus Triumvirate era at the end of the 1st century BC when the area’s land was portioned up and the area assumed the name it was to retain over time.

Urban renewal whose outcomes are highly visible today was generalised from the starting point of the construction of the quadrangular walls which closed off an area which was almost twice as large as the earlier walled area and connected up their towers in a planned way at the gates to the town. The town was organised on the basis of an orthogonal road system which divided it up, in the flatter land areas, into rectangular blocks measuring  2 x 3 actus (approx. 72 x 108m) and square blocks measuring 2 x 2 actus (approx. 72m) in more hilly sections. The wider roads were 8 metres across and tended to exit the main gates, while the lesser roads were organised hierarchically.

The wealthier citizens lived in town in houses whose building style was fairly standardised and linked to the size of the town blocks, based on quadrangular modules with atrium and courtyard and workshops in front, sometimes on two floors which occupied the south side of the town. The north section, on the other hand, was set aside for public buildings, all linked together on a long strip two blocks wide called fascia milesia and divided up by the main road system centring on Via Salaria Gallica.

To the east the main monument is the west facing Cryptoporticus Temple complex which was built by knocking down earlier buildings in the Tiberius-Claudius era, on the forum square. West of the street and 8 m wide this was surrounded by a series of buildings and porticoes and occupied the same 80.28 x 28.07m space which was set aside for it when the town was founded 150 years earlier. It is thus a very small area for such a large building and all the public buildings which succeeded it.

Following along the slopes of the construction meant a complex series of terraces could be built, the largest of which is now the niched building (a large terrace wall) extending almost all the way to the terrace occupied by the theatre and its porticus post scaenam which is in a raised, eastwards facing position almost as if it were looking at the cryptoporticus temple. These are two highly symbolic buildings in terms of the imperial propaganda which encompassed the whole city from bottom to top with a sequence of terraces which offered quite a spectacle to visitors, especially those coming from Firmum through the Gemina gate, opened up to the east.

Outside the walls an amphitheatre was later built in the Flavian era which took advantage of the ease with which large empty spaces were to be found in such a huge building site.

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