Il teatro è l’unico edificio attualmente visibile di Ricina ed era già completo e funzionale a partire dalla prima metà del I secolo d.C. In seguito all’istituzione della colonia di Helvia Ricina Pertinax, subì una serie di rifacimenti, come testimoniano alcuni elementi architettonici in marmo in parte esposti. Le successive vicende che hanno interessato l’edificio nel corso dei secoli, dovute in parte all’azione distruttiva dell’uomo, in parte ai fenomeni atmosferici, hanno comportato la perdita di dati fondamentali per la comprensione della sua struttura.

Il monumento è largo m 75,45 e lungo m 62,55; presenta una cavea elevata artificialmente su terreno pianeggiante; con molta probabilità doveva avere un’altezza intorno a m 17.

La cavea presenta due ordini di gradinate costituite da un’uniforme muratura con paramenti in laterizio; su di essa si aprono undici fornici, che immettevano nell’ambulacro, e dodici porte con architrave, che davano accesso agli ambienti di servizio.

L’ingresso al corridoio era facilitato da scalinate, i vomitoria, delle quali si conservano parzialmente sul lato sinistro le volte di sostegno. In corrispondenza del fornice centrale si apriva un corridoio coperto, attualmente ricalcato dall’attuale passerella, che introduceva dall’esterno direttamente all’orchestra, tagliando a metà la cavea del teatro e alcuni radiali delle gradinate.

L’orchestra, lo spazio semicircolare compreso tra la cavea e il palcoscenico, ha un diametro di ca m 20. L’edificio scenico, molto danneggiato, è lungo m 40,40 e presenta una pianta rettangolare. I parascaenia, i due ambienti laterali che racchiudevano l’edificio scenico, erano a pianta rettangolare e comunicavano con il proscaenium per mezzo di due porte, le versurae.

Lateralmente all’orchestra vi erano gli accessi laterali, che delimitavano la cavea e i due parasceania fino alla frons pulpiti, larga m 1,20 e che doveva presentare una decorazione di rivestimento.

Tra la fons pulpiti e il proscaenium si aprono dei pozzi quadrangolari in laterizio che dovevano ospitare le antenne destinate a sorreggere l’aulaeum (il sipario o telone).

La scaenae frons si conserva per un’altezza di m 9 nel lato destro dell’esedra centrale. L’esedra centrale, a pianta semicircolare, aveva una parete articolata nella parete alta da una serie di nicchie rettangolari coperte a volta, di cui due se ne conservano sul lato destro.

Il postscaenium chiude posteriormente la scaenae frons.

 

The theatre

The theatre is the only structure which is visible at present: it was completed and started to be active since the first half of the I century A.D. After the colony of Helvia Ricina Pertinax was created, the theatre underwent some major renovation work, as some architectural elements made of marble here displayed testify. Over the centuries, both weather conditions and human activity have caused the loss of the necessary data to deeply understand the overall structure of the theatre.

The monument is 75.45 m wide and 62.55 m long; it consists of a cavea artificially elevated on a flat land. Finally, it is estimated to have been about 17m high.

The cavea includes two rows of bleachers consisting of an even stonework, whose wall surface is made of brick. Eleven barrel-vaults open from the cavea itself, which introduced to the ambulatory, together with twelve doors with architrave, which gave way to the service areas.

The vomitoria – steps facilitating access to the corridor – are today partially visible thanks to the supporting vaults on the left side. A covered corridor opened where the central barrel-vault is, whose presence is today further signaled by a walkway. People coming from outside could directly access the orchestra through the corridor, which cut the theatre into two halves as well as some radials of the bleachers.

The orchestra – the semicircular space between the cavea and the stage – is approximately 20m in diameter. It has a rectangular shape and is 40.40m long, despite being seriously damaged. The parascaenia – the side spaces surrounding the stage – had a rectangular shape too and were jointed to the proscaenium by two doors called versurae.

The orchestra also had side accesses delimiting the cavea and the two parasceania as far as the frons pulpiti, which was 1.20m wide and probably decorated on the outside.

Between the fons pulpiti and the proscaenium there were square wells: they worked as a base for the beams supporting the aulaeum (the curtain).

The scaenae frons is today visible for 9m on the right side of the central exedra. The central exedra has a semicircular shape and consists of a wall with some rectangular vaulted niches at the top. Two of them are still visible on the right side.

The postscaenium closes the scaenae frons on the back.

 

La decorazione architettonica del teatro di età severiana 

Dopo aver ricevuto il titolo onorario di Helvia Ricina Pertinax nel 205 d.C., la colonia fu, con molta probabilità, soggetta ad una serie di interventi in ambito urbanistico e architettonico. Quest’ultimi potrebbero attribuirsi all’evergetismo imperiale o alla munificenza di qualche personaggio influente legato alla città e che sollecitò l’intervento di Settimio Severo. Purtroppo di tale programma di abbellimenti ne è testimone solo il teatro, il quale ebbe, dunque in un periodo successivo alla sua costruzione, una decorazione in marmo proconnesio di cui rimangono rocchi di colonne, basi di lesene, frammenti di trabeazione e alcuni capitelli corinzi di lesene. L’utilizzo di marmo proveniente dall’Asia Minore suggerisce che il programma edilizio fosse stato affidato a maestranze straniere abituate ad utilizzare questo tipo di materiale.

A Ricina sono esposti alcuni elementi architettonici riconducibili al programma di abbellimento del teatro: un capitello corinzio di lesena, un blocco di marmo semilavorato, un rivestimento di architrave, un fusto di colonna.

Il capitello coronava una delle lesene che costituivano parte dell’apparato monumentale di rivestimento del teatro. Quest’ultimo, rientrando nella tipologia dei capitelli corinzi asiatici (di tradizione orientale) di età severiana, rappresenta l’elemento databile con maggior precisione. Il fusto liscio di colonna doveva far parte dello stesso apparato decorativo.

Di grande interesse è il blocco di marmo semilavorato in cui si sono iniziate a scalpellare due basi di colonne. Il pezzo era in una fase iniziale della lavorazione e non era ancora stato diviso nella porzioni dalle quali sarebbero state ricavate le due colonne. Questo sistema poteva permettere una lavorazione simultanea su due lati e consentiva di ottimizzare il carico e il trasporto del blocco. L’incompletezza del blocco è segnale del fatto che il programma edilizio di età severiana non fu mai condotto a termine, come segnala anche la lavorazione incompleta dell’edicola funeraria periptera su podio. L’interruzione delle due opere è stata vista come chiaro segnale del carattere effimero della rinascita di Ricina in età severiana. 

 

Architectural decoration of the theatre in the Severian Age

After receiving the honorary title of Helvia Ricina in 205 A.D., the colony probably underwent a series of urban and architectural interventions. These are to be attributed to the imperial evergetism or generosity of some influential people linked to the city, who solicited the intervention of Septimius Severus. Unfortunately, the theatre is the only proof of the above-mentioned interventions: it used to have a preconnesian marble decoration, today visible on drums of columns, basements of half pilasters, fragments of trabeation and some Corinthian capitals of half pillars. The use of marble from Asia Minor suggests that the urban renewal had been commissioned to foreign workforce already acquainted with the use of this type of material.

Some architectural elements are displayed, which can be ascribed to the embellishment plan addressing the theatre: a Corinthian capital of a half pillar, a semifinished block of marble, the covering of an architrave, a pillar.  

The capital crowned one of the half pillars included in the external monumental apparatus of the theatre. Belonging to the Asian Corinthian capitals typical of the Severian Age, it can be dated with a higher degree of certainty. The smooth pillar is likely to belong to the same decorative apparatus.

The semi-finished marble block is extremely interesting, because it shows traces of chisel marks for a couple of column bases. This initial phase gives reason for the block not yet being divided into different sections to create two columns. Such a technique allowed to work on both sides simultaneously while optimizing the load and transportation of the block. Since the block has never been completed, it is reasonable to assume that the urban renewal which took place under the Severian Age was never concluded, too. This is also testified by the unfinished work on the funerary peripteral aedicula on podium. These interruptions have been interpreted as a clear proof of the ephemeral nature of the renaissance of Ricina under the Severian Age.

 

Esplorare il Teatro di Ricina grazie alla Realtà Virtuale

Le nuove tecnologie di fruizione multimediale applicate ai beni culturali permettono di osservare in modo totalmente nuovo il sito archeologico e i reperti, rendendo possibile una fruizione attiva e immersiva di essi e suscitando un coinvolgimento emotivo nell’utente.

Nell’area archeologica di Ricina è possibile usufruire dell’applicazione di Realtà Virtuale realizzata dall’Università Politecnica delle Marche (DiStoRi Heritage) con la consulenza archeologica dell’Università di Macerata: l’applicazione permette un’ immersione visiva, fisica e motoria all’interno dello spazio virtuale. Questo tipo di fruizione del dato archeologico è esplicitata attraverso l’utilizzo di hardware in grado di renderizzare in tempo reale lo spazio virtuale, reso visibile e interattivo attraverso visori stereoscopici e un controller. Nello specifico, è possibile esplorare liberamente e fisicamente il Teatro di Ricina, dunque camminare nell’orchestra e sulla scena, salire sulle gradinate ma non solo: all’interno dello spazio virtuale si può, attraverso il controller, prendere in mano due reperti che sono collocati sulla scena del teatro, spostarli e guardarli nel dettaglio.

All’interno dello spazio digitale si ha inoltre la possibilità di confrontare la ricostruzione virtuale con i resti attualmente visibili attraverso un’icona presente al centro dell’orchestra che trasporterà il fruitore all’interno del Teatro odierno.  Insieme al testo mettere video realtà virtuale mp4

 

 

Exploring the Theatre of Ricina thanks to Virtual Reality

The new multimedia technologies applied to cultural heritage allow to observe the archaeological site and finds in a completely new way: the viewer is thus totally immersed and actively involved in this experience, also on an emotional level.

The use of virtual reality by the Polytechnic University of Marche (DiStoRi Heritage) supported by the archaeological assistance of the University of Macerata, allows a visual, physical, and motor immersion into the virtual space. This special access to the archaeological given is made possible thanks to hardware devices able to render the virtual space in real time, making it visible and interactive through several stereoscopic viewers and a controller. Specifically, it is possible to explore the theatre of Ricina physically and freely by walking along the orchestra and the stage and going up the bleachers. In addition, by using the controller, it is possible to take hold of two archaeological finds which are placed on the stage, moving them around and observing them attentively.

Inside the digital space, viewers are given the chance to compare the virtual reconstruction to the actual remains through an icon at the centre of the orchestra, which transports them into the theatre, as it is at present.

 

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